RIVISTA MILITARE 2016 N.5

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Dal punto di vista gerarchico, i medici delle legioni erano equiparati ai Sottufficiali specialisti, sebbene per il loro delicato compito fossero inclusi fra gli immunes e perciò esentati dai lavori più gravosi e remunerati con un soldo doppio di quello dei semplici legionari, pur portando le loro abituali armi di ordinanza. Altra significativa concessione riguardava la facoltà di contrarre matrimonio durante il servizio, quasi che li si volesse stabilmente radicare presso la legione. Molti medici militari, infatti, grazie alla reputazione guadagnatasi sul campo, dopo il congedo trovavano facilmente impiego alle dipendenze di qualche municipio limitrofo, con stipendio regolare, o guadagnavano persino di più esercitando la libera professione. Lo staff medico di una base legionaria ed i relativi servizi sanitari, subordinati ad un medico-capo, erano posti agli ordini di un praefectus castrorum dal quale dipendeva pure il direttore dell’ospedale militare, l’optio valetudinarii, struttura interna al campo stesso divenuta presto imprescindibile.

GLI OSPEDALI MILITARI DELLE LEGIONI Come accennato, gli edifici preposti a svolgere la funzione oggi propria degli ospedali militari erano i valetudinarii – dalla voce verbale latina valere essere sano – la cui connotazione architettonica è stata resa possibile dal gran numero dei ruderi. A Castra Vetera, odierna Xanten, nella Germania inferiore, il valetudinario consisteva in un edificio in muratura, a pianta quadrata di circa m 80 per lato, all’interno del quale potevano ricoverarsi circa 200 degenti, tra feriti e malati. Un’ala risulta adibita a reparto chirurgico, con un vasto ambiente che a ragione potrebbe definirsi sala operatoria. Non mancavano, come ovvio, la cucina, la dispensa, i bagni e le latrine. Strutture del genere, ubicate nel settore più quieto del campo, erano presenti in tutte le fortezze legionarie e nei forti ausiliari dell’intero limes romano e, sebbene variassero le proprie dimensioni in funzione dell’entità della guarnigione, ne restava immutato il criterio informatore: un edificio a pianta rettangolare con al centro una vasta corte. Quattro ali la serravano, come avverrà nei chiostri monastici, percorse all’interno dalle corsie mediche, formate da un’ininterrotta teoria di stanze nelle quali erano sistemati i degenti, malati o feriti che fossero. Nel forte di Pinnata Castra, più noto come di Inchtuthill in Scozia, uno dei più conosciuti, di 91 x 59 m, per complessivi di 5. 400 mq, le stanze erano 60, ciascuna di 4x5m, disposte sia lungo il perimetro interno che esterno, restando separate da un ampio corridoio, ancora evidente nei ruderi. Le stanze erano abbinate e separate da In alto Plastico sezionato del valetudinario di Castra Vetere In basso Ruderi del valetudinario della fortezza legionaria di Novae nella Mesia inferiore Ruderi del valetudinario di Aquis Querquennis in Spagna

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