Altro mito da sfatare: gli stilisti sono i primi a impegnarsi nella beneficenza

L'editoriale del Direttore
Altro mito da sfatare gli stilisti sono i primi a impegnarsi nella beneficenza

Questo mito che gli stilisti vivano tra barche e ville e che nulla vogliano sapere di quello che succede ai meno fortunati, è proprio da sfatare.

Da 20 anni facciamo Convivio, esistono Life Ball e AmfAR e i primi a sostenere queste cause per raccogliere fondi sono sempre gli stilisti. A Natale già in tantissimi mandano un biglietto d'auguri con il nome di una fondazione o progetto a cui hanno devoluto una quota anche a nome tuo. Per lo tsunami che ha così tragicamente colpito il Giappone la nostra stessa casa editrice, Condé Nast, oltre che i Della Valle hanno versato cifre considerevoli, chi alla Croce Rossa chi a Save the children, sistemando più di 7.000 bambini rimasti orfani.

Nel Mali Renzo Rosso sta aprendo un villaggio per bambini orfani e Luxottica ha già donato più di 5.000.000 di occhiali a semivedenti. Gucci produce alcuni articoli in Africa, così come Ilaria Fendi. Armani si occupa di svariate organizzazioni per malattie diverse e Matteo e Marta Marzotto si occupano della cura della fibrosi cistica. Margherita Missoni, sposa tra un mese, ha preferito non fare la famosa lista nozze ma lasciare che gli invitati facciano donazioni ad African Orphanage.

E così potrei continuare con tutti i nomi che vi vengono in mente, siano essi Italiani, Americani o Francesi. Mondialmente la moda è la prima ad esporsi per correre in aiuto di disastri che esistono o che colpiscono persone diverse in Paesi diversi. Pensare che con il successo abbiano raggiunto anche l'egoismo - e che quindi tutto vada in vacanze, gioielli, macchine e feste - è sbagliato.

E ci tengo a sottolinearlo perché spesso si incolpa il mondo del lusso di sfruttare situazioni, mentre si tace sui meriti veri e provati nello spontaneo aiuto per i più bisognosi. Chissà perché si può dedicare tanto spazio sui media a come si produce male e senza morale, se succede un fatto che poi non riguarda tutti, e non si parla mai del bene che viene invece fatto da tutti?

Gli scandali sono più mediatici e il bene ognuno se lo tiene per sé. Giusto e ammirevole. Ma almeno dirlo ogni tanto non fa che aiutare a capire che il mondo della moda non è solo frivolezza. Oltre che essere la seconda voce nel bilancio nazionale, è anche costituito da una società di persone generose e altruiste. E con grande impegno.

@francasozzani