acrobatismo

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Lessico

sm. [sec. XIX; da acrobata]. Arte e professione dell'acrobata; esercizio o comportamento da acrobata. Anche fig.: gli acrobatismi della politica. § L'acrobatismo, che è presente in quasi tutti gli spettacoli del circo (lo stesso clown deve essere un eccellente acrobata), si articola in numerose specializzazioni, tutte richiedenti il contemporaneo impiego di forza e agilità e sovente anche la capacità di condurre l'esercizio al limite del rischio. Rispondono pertanto a queste caratteristiche le acrobazie a terra o di tappeto (giochi di mano a mano, equilibrismi, sollevamento di persone a forza di muscoli, spesso in posizioni svantaggiose), la giocoleria, l'antipodismo, l'icarismo, gli esercizi dei saltatori e dei saltatori alla bascule, dei piramidisti, dei ciclisti, dei pattinatori, dei contorsionisti, dei pertichisti (di cui l'“agile”, al sommo della pertica, esegue figure e acrobazie sostenuto alla base dalla “colonna”, colui che regge l'asta), degli sbarristi, dei cavallerizzi in piedi, dei funamboli e dei trapezisti e gli “esercizi del brivido” come il giro della morte, l'uomo proiettile e l'acrobatismo aerostatico.

Storia

L'acrobatismo venne praticato fin dai tempi più antichi da Cinesi (equilibrismo e giocoleria), Indiani (giocoleria, illusionismo e atletica, ma solo dalle caste più umili), Egiziani (ginnastica e acrobatica), Greci, che furono allievi degli Egiziani, e Romani. In Europa l'avvento del cristianesimo portò alla soppressione dei giochi del circo, per cui l'arte acrobatica sopravvisse soltanto a Bisanzio. In seguito alle Crociate, però, acrobati e zingari ammaestratori di animali si diffusero nuovamente per l'Occidente, tuttavia male accetti e perseguitati dalla Chiesa e dai governi, tanto che un'effettiva libertà d'azione fu raggiunta, particolarmente da giocolieri e funamboli, soltanto verso la fine del Trecento. Nello sviluppo che ne seguì si distinsero soprattutto gli Italiani: i piramidisti veneti, famosi per il gioco delle “forze d'Ercole”; l'abruzzese Arcangelo Tuccaro, maestro di salto cubistico (mortale) alla corte di Carlo IX di Francia; i genovesi Chiarini, che formarono la più antica dinastia acrobatica e circense, e infine gli Arlecchini e gli Zanni della Commedia dell'Arte, che fusero insieme lazzi, danze e acrobazia. Rinomati acrobati si affermarono nelle migliori fiere europee: in quelle parigine di Saint-Laurent e di Saint-Germain e nella londinese Bartolomew Fair; pagliacci, acrobati, ammaestratori di animali, illusionisti, ventriloqui trovarono infine stabile ospitalità nel circo moderno che, favorendo anche la ripresa dell'equitazione acrobatica, sorse verso la metà del Settecento per iniziativa dell'inglese Philip Astley; saltatori, danzatori, funamboli, equilibristi famosi (come Paul Redigé, Giuseppe Grimaldi detto Gamba di Ferro, la Belle Tourneuse) si alternarono, qualche anno dopo, anche nel teatro parigino di Jean-Baptiste Nicolet. § L'esigenza di rendere sempre più aggiornate e rischiose le esibizioni è all'origine dell'acrobatismo aerostatico, consistente in prodezze compiute su piattaforme o trapezi pendenti da aerostati, aeroplani ed elicotteri. Fu iniziato, con gli aerostati, dai francesi Thévelin, Buislay, Pointevin (1850), cui successero Racine (1863), Strassburger (1864), Blondeau, G. Merighi ed E. Cazzoli (1900); con l'aeroplano, il primo in Italia fu G. Palmiri, nel cielo di Milano (1947); con l'elicottero prime furono la statunitense M. Rich e la francese A. Jan (1951). Scuole di acrobatismo fiorirono in Italia verso la fine dell'Ottocento: a Torino la Leotarda e la Stella Torinese, poi chiuse per gli incidenti mortali accaduti; a Firenze la Tramagnini, a Genova la Colombo, a Milano la Forza e Coraggio e la Mediolanum. Particolarmente apprezzata a livello internazionale è la scuola per acrobati di Mosca.

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