Ungheria. Processo ad Ilaria Salis

Scritto dasu 30 Gennaio 2024

È cominciato il 29 gennaio il processo contro Ilaria Salis, anarchica ed antifascista detenuta dal febbraio del 2023.
Le accuse ad Ilaria si inseriscono in un maxiprocesso intentato dalla magistratura magiara contro una ventina di antifascisti di mezza Europa, arrivati a Budapest lo scorso febbraio per opporsi alla calata continentale dei neonazisti per la cosiddetta “Giornata dell’onore”.
Antifasciste e Antifascisti sono accusati di avere contrastato i nazisti per le strade, provocando ad alcuni di loro ferite giudicate guaribili nel giro di pochi giorni. Nonostante questo sono accusati di lesioni aggravate o addirittura tentato omicidio, tanto che a Ilaria è stato proposto un patteggiamento per 11 anni di carcere. Lei rischia 24 anni di reclusione.
In questi mesi si sono moltiplicate le iniziative in suo sostegno in Italia e non solo. Ieri a Milano si è tenuto un presidio solidale.
Quella di ieri era un’udienza preliminare, aveva valore “interlocutorio” e si è chiusa con il rinvio del processo al 24 maggio.
Ilaria è stata condotta in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti, mentre una secondina la trascinava per una catena. Dentro l’aula il legale ungherese Magyar ha riportato la sua dichiarazione di non colpevolezza, ribadendo “che le prove della partecipazione di Salis alle aggressioni sono discutibili, come la definizione di “potenzialmente mortali” delle lesioni riportate dalle vittime, dato che erano risultate guaribili in otto giorni”. Aggiungendo che non sarebbe convincente neanche il reato di “associazione per delinquere”, per il quale è in corso un procedimento in Germania.
A Budapest c’erano anche il padre di Ilaria e il legale italiano, Eugenio Losco, il quale ha potuto prendere atto di quel “trattamento disumano” da lei denunciato tramite un memoriale depositato a ottobre: “In una lettera scritta ai propri legali, Ilaria aveva descritto una situazione durissima: detenuti al “guinzaglio”, obbligo di guardare il muro durante le soste nei corridoi, “malnutrizione”, scarafaggi, topi e cimici “nelle celle e nei corridoi”, “una sola ora di aria al giorno”. Per più di 6 mesi Ilaria non aveva “potuto comunicare con la famiglia”, mentre durante l’unico interrogatorio, avvenuto senza avvocato, è stata umiliata pubblicamente, costretta “a indossare vestiti sporchi, malconci e puzzolenti”.
A processo con lei erano anche Maja e un altro antifascista tedesco. Maja e Ilaria si sono dichiarate non colpevoli, mentre l’altro antifascista si è detto colpevole ed ha patteggiato tre anni.
La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio. Ilaria e l’altra compagna detenuta resteranno in carcere sino al termine del processo di primo grado, che non terminerà prima di fine anno.
Il suo avvocato e i suoi parenti si stanno muovendo per cercare di ottenere il trasferimento in Italia ai domiciliari.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco, difensore italiano di Ilaria

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