Ne ho abbastanza

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Ciao a tutti gli amici di Italiano Semplicemente. Oggi vediamo una serie di espressioni, tutte abbastanza simili, che si usano per dire una cosa molto semplice: basta!!

“Basta” quindi è la parola più semplice, l’esclamazione più facile che esiste per dire “stop”.

Bene, quindi tale parola esprime quindi, un sentimento, un’emozione, uno stato d’animo: quello stato d’animo che abbiamo quando vogliamo che qualcosa finisca, che qualcosa termini, quando siamo stanchi di qualcosa. “Basta!” è un’esclamazione quindi. Le esclamazioni di usano per esclamare, per esprimere un sentimento, e le riconoscete perché sono seguite da un punto esclamativo, quello col puntino in basso.

Quante volte diciamo “basta” ogni giorno? Lo diciamo ai nostri figli, quando insistono a fare qualcosa che non va, qualcosa che non va bene, qualcosa che non andrebbe fatto, oppure lo diciamo semplicemente perché siamo stressati e siamo stanchi, dopo una lunga giornata di lavoro o di studio. Poveri figli! Oppure lo pensiamo, lo pensiamo al lavoro, lo pensiamo perché non sopportiamo più qualcosa, perché non siamo più disposti a tollerare qualcosa.

Allora in Italia si usano molti modi diversi di dire basta! Io stesso ne ho già utilizzati molti finora. Ho usato anche i verbi “sopportare” e “tollerare”, il primo più familiare, il secondo più formale, più adatto nella forma scritta ad esempio. Questi due verbi possono essere usati per costruire delle semplici esclamazioni, per dire appunto “basta!”.

Vediamo in particolare che ci sono alcune espressioni che gli italiani usano più di frequente, anche più frequentemente del semplice “basta!”.

Vediamo quali sono: “ne ho abbastanza!” è una delle esclamazioni più usate.

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“Ne” si riferisce alla cosa della quale ne avete abbastanza, cioè si riferisce alla cosa di cui siete stanchi, alla cosa a cui dite basta. Ad esempio: “ne ho abbastanza del mio lavoro!”. Ho è il verbo avere.

“Ne ho” quindi vuol dire “io ne ho”. Quindi io, anche se non c’è scritto, anche se non si pronuncia è scontato: sono io che ne ho abbastanza!

Cioè sono io che sono stanco del mio lavoro, ad esempio, sono io che non voglio più lavorare. “Ne ho abbastanza!”. Oppure “ne ho abbastanza di te”: questa è forte ragazzi!! Questa frase potete dirla alla persona che non volete più vedere, la persona con la quale non volete più avere rapporti, anche al vostro fidanzato o fidanzata, anche se non è carino, diciamo…

Ovviamente possiamo utilizzare l’espressione con qualsiasi persona:

Io ne ho abbastanza, tu ne hai abbastanza, lui o lei ne ha abbastanza, noi ne abbiamo abbastanza, voi ne avete abbastanza, loro ne hanno abbastanza. Ma in tutti i casi spesso non troverete il pronome personale davanti.

Spero che nessuno vi dica mai questa frase, sinceramente. Infatti “ne ho abbastanza” esprime un sentimento molto forte. Ne ho abbastanza di qualcosa, in generale vuol dire che col passare del tempo il vostro sentimento di stanchezza è aumentato: all’inizio non eravate stanchi di questa cosa o di questa persona, ma man mano che il tempo è passato, vi siete sempre di più stancati, tanto che non siete più disposti ad accettare questa cosa, ne avete abbastanza. “Abbastanza” come vedete contiene la parola “basta”. Quindi abbastanza vuol dire che non volete più continuare. Abbastanza, come parola, è semplicemente l’equivalente di “enough” in inglese, o di “assez” in francese, ma “ne ho abbastanza” invece è informale, è colloquiale, si usa molto nella forma orale, nel parlato. L’equivalente, la forma equivalente, ma formale, di questa espressione, è molto diversa: “La misura è colma”. Questa espressione è molto formale, ma ha lo stesso identico significato di “ne ho abbastanza!”. L’espressione è “La misura è colma”.

Vediamo bene questa espressione. “Colma” vuol dire piena. Un bicchiere, ad esempio è colmo, quando è pieno fino all’orlo, fino alla fine, fina alla parte più alta del bicchiere, l’orlo. Più di così non è possibile, perché l’acqua uscirebbe.

“La misura è colma” utilizza quindi l’immagine di un contenitore, come un bicchiere, che non può più contenere altro liquido, perché tale bicchiere, tale contenitore, è colmo, è pieno fino all’orlo. “La misura” indica il livello massimo possibile dell’acqua, indica cioè quanto “misura” il contenitore, quanto è ampio, quanto è grande. Quant’è la misura di questa bottiglia? un litro, ad esempio. Questa bottiglia misura un litro esatto, questo contenitore misura cinque litri esatti.

Potete ascoltare o leggere la frase “la misura è colma” all’interno di articoli, anche giornalistici, che parlando di qualcosa di cui qualcuno si è stufato. Qualcosa di cui qualcuno è stufo, è stanco. Infatti “la misura è colma” a differenza di “ne ho abbastanza” si usa di più nella forma scritta.

Ho appena usato anche, involontariamente, l’espressione, la parola “stufato” o “stufo”. Ad esempio posso dire: “sono stufo di questa situazione”, oppure “mi sono stufato di questa situazione”. Ebbene queste due espressioni sono equivalenti a “sono stanco” e “mi son stancato”. “Sono stufo” quindi significa semplicemente “sono stanco”, ma è più familiare, ed anche più forte, esprime una stanchezza maggiore: “sono veramente stufo”: potete ascoltare molto spesso questa espressione in Italia.

Inoltre “stanco”, e la “stanchezza” si usano, sono più usate per indicare la stanchezza fisica. Se andate a fare una corsa a piedi, o in bicicletta, al vostro ritorno potete dire che siete molto stanchi , ma non potete dire che siete stufi, o che vi siete stufati, perché se dite che vi siete stufati vuol dire che non volete più andare a correre, che vi siete stufati della bicicletta ad esempio. Se invece dite “sono stanco” vuol dire che fisicamente la corsa vi ha reso stanchi, vi ha stancato.

Quindi “sono stufo di questa situazione” equivale a “ne ho abbastanza di questa situazione”. Voglio smettere.

Bene, ora vediamo ancora un’altra espressione utilizzatissima, una esclamazione che non ha bisogno di aggiungere nessun’altra parola; è già abbastanza chiara e forte così com’è. L’espressione è: “Non ne posso più!”. Non ne posso più vuol dire “basta!” quindi è anch’essa un’esclamazione. Se vogliamo non ne posso più è una frase che sintetizza una frase più lunga, come ad esempio “non posso più proseguire”, “non posso più andare avanti”. “Non ne posso più” è più breve, più concisa, più secca come esclamazione, come se si volesse accorciare la frase perché si è stanchi persino di sprecare parole a riguardo: “Non ne posso più!”. Anche qui il “ne” si riferisce alla cosa della quale siete stufi, alla cosa di cui ne avete abbastanza. Se dite “non ne posso più!” e non aggiungete altro, potete farlo, ma vuol dire che è già chiaro di cosa stiate parlando. Altrimenti potete anche dire: “non ne posso più… della mia macchina”, ad esempio, o “non ne posso più di lavare i piatti” o “non ne posso più di studiare la grammatica”.

“Non ne posso più di questi esami universitari”. Ecco, se non ne potete più dei vostri esami universitari non è un buon segno, perché faticherete a finirli e quindi faticherete a laurearvi; anche a me è capitato di non poterne più dell’università.

Quindi finora abbiamo visto le espressioni più usate:

– “basta!”;

– “ne ho abbastanza!”;

– “non ne posso più!”

– “la misura è colma”

Come dicevo prima potete anche utilizzare i verbi sopportare tollerare.

Ad esempio “non sopporto più” è anch’essa molto usata. “non ti sopporto più” o anche “non sopporto più una certa persona” sono ugualmente molto utilizzate, e vi capiterà spessissimo di ascoltare queste espressioni in dialoghi, conversazioni informali, davanti alla macchina del caffè, tra amici al bar eccetera.

Invece come dicevo il verbo “tollerare” è più formale, più forbito, diciamo così. Molto usata è ad esempio l’espressione: “non sono più disposto a tollerare questa situazione”. Questa frase potreste ascoltarla in riunioni, anche importanti, in cui uno dei partecipanti manifesta il desiderio di liberarsi di una situazione spiacevole. Magari in una riunione d’ufficio ci si può lamentare del fatto che uno dei colleghi non lavori molto, non aiuti l’attività dell’ufficio, quindi uno dei collegi si potrebbe lamentare di questo e potrebbe dire al dirigente, o ad una riunione a cui partecipa anche il capo, il dirigente dell’ufficio: “non sono più disposto a lavorare a queste condizioni”, “non sono più disposto a tollerare questa situazione”.

Quindi il verbo tollerare si associa, si usa, insieme a “non sono più disposto”, cioè “non sono più disponibile”. Usando un linguaggio più familiare potrei dire: “non mi va più!”, o anche “non ho più voglia”. Ma ovviamente come saprete in un ufficio spesso si utilizzano frasi diverse.

È importante sapere che chi vuole imparare a comunicare in italiano, impari che, come immagino accada anche in altre lingue, ci sono differenze sostanziali, importanti, tra il linguaggio familiare, di tutti i giorni, dal linguaggio d’ufficio, almeno quello da usare per alcune occasioni, come durante le riunioni o quando si vuole esprimere qualche sentimento, qualche preoccupazione, o anche un semplice dissenso, quando non siete d’accordo su qualcosa. In questi caso è importante usare le parole giuste.

Per questo motivo esiste anche il corso di Italiano Professionale, che serve esattamente a questo: a spiegare la differenza tra linguaggio formale e informale, a capire quando usare un’espressione o quando usarne un’altra, più adatta al lavoro, o durante una riunione, o più adatta perché meno aggressiva eccetera.

Per chi è interessato il corso sarà disponibile a partire dal 2018, stiamo sviluppandone i contenuti giorno dopo giorno e chi ci vuole aiutare può visitare la pagina facebook dedicata al corso di italiano professionale dove ci può suggerire dei contenuti interessanti da aggiungere.

Credo che può bastare così per oggi, altrimenti ne avrete abbastanza anche di questo episodio e di italiano semplicemente.

La misura è colma per oggi, ma domani provate ad escoltare ancora questo episodio, altrimenti vi dimenticherete presto e se un giorno vi capiterà di dire basta a qualcosa, o a qualcuno, penserete:

“oddio, com’era che si diceva? Non mi ricordo più!”

Quindi seguite le sette regole d’oro, per chi non conosce le sette regole d’oro per imparare a comunicare in italiano vi invito a dare un’occhiata al sito italianosemplicemente.com e vedrete che ascoltando più volte lo stesso podcast, se il vostro livello di italiano è sufficientemente alto per comprendere almeno il senso del discorso, allora in tal caso la ripetizione dell’ascolto è una delle chiavi per comprendere sempre di più, e vedrete appunto che a forza di ripetere l’ascolto ci saranno delle parole che all’inizio non capite, ma poi, una alla volta, saranno più chiare: il contesto vi aiuterà a capire anche ciò che all’inizio non comprendevate.

Terminiamo l’episodio con un esercizio di pronuncia. Anche questo importantissimo: è la settima regola d’oro: “Parlare”. Quindi ripetete dopo di me per esercitare i muscoli e per abituarvi ad ascoltare la vostra voce, così da non avere imbarazzo o problemi psicologici quando vi capiterà di parlare con un italiano vero.

Proviamo a ripetere alcune frasi che abbiamo visto oggi:

– Ne ho abbastanza degli esami universitari.

—-

– Ne ho abbastanza di te.

—-

– Non ne posso più di questa situazione.

—-

– non ne posso più di questo caldo. Voglio l’inverno!

—-

– Basta, ora la misura è colma.

—-

– Il governo italiano deve cambiare. La misura è colma.

—-

Ciao ragazzi, alla prossima.


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